Eccomi di ritorno dal mio amato lago di Como sulle cui rive spesso pranzo a casa della mia amica Claudia, valtellinese doc, che, per mia espressa richiesta, mi prepara i suoi magnifici pizzoccheri.
Per chi non li conoscesse sono delle tagliatelle corte preparate con farina di frumento e farina di grano saraceno, condite con burro e formaggio fuso: una bomba calorica ma un piacere che non ha prezzo! Ecco dunque la ricetta che dovremo un po’ adattare in quanto il ” formaggio casera ” difficilmente si reperisce fuori dalla Lombardia e, in mancanza, lo sostituiremo ( non me ne voglia l’Accademia del pizzocchero), con una buona fontina. In tutti i grandi supermercati potrete trovare delle confezioni di pizzoccheri per preparare questo saporitissimo piatto .
La vostra spesa per 4 persone: 400 g. pizzoccheri – 200 g. di coste – 250 g. di patate – 2 spicchi di aglio – 100 g. di burro di ottima qualità – g.150 di formaggio casera o Fontina – 100 g. di Parmigiano – sale e pepe nero qb.
Cominciate col tagliare le patate a cubetti di 1 cm.e cuocerle possibilmente al vapore ( senza disfarle) .
Mondate le coste e tagliate il gambo a pezzetti di 1 cm, lavarli con le foglie e lessarle in acqua bollente salata per 5 min. Aggiungere ora nella stessa acqua i pizzoccheri e calcolate altri 10 minuti di cottura ( seguite comunque il tempo indicato sulla confezione della pasta).
Nel frattempo fate sciogliere in un pentolino il burro con 2 spicchi d’aglio, finché questi saranno coloriti. Eliminate l’aglio.
Scolate i pizzoccheri con la verdura, conditeli bene con il burro sciolto poi poneteli a strati in una pirofila calda, spolverando col grana e col formaggio tagliato a cubetti piccoli, una macinata di pepe nero, ancora un altro strato e via in forno per qualche minuto.
A vostro piacimento potete aggiungere delle foglie di salvia al burro e all’aglio.
Un vino da abbinare a questo piatto? L’abbinamento migliore tra vino e pizzoccheri è ovviamente quello che richiama, sia sul piatto che nel bicchiere, gli straordinari prodotti e gli straordinari sapori di questa terra. Per questo motivo lo Sforzato (in dialetto locale “Sfursat”) , da uve nebbiolo 100%, è la scelta migliore per chi vuole portare in tavola questo grande piatto della tradizione.
Prodotto con la particolare tecnica dell’appassimento, lo Sfursat è forse la tipologia che più si identifica con la Valtellina e la sua viticoltura. Quello che ne risulta è un vino rosso di grandissimo spessore, ricco, pieno, avvolgente. Complesso come pochi altri vini rossi italiani, lo Sfursat di Valtellina DOCG di Aldo Rainoldi è vino che fa della longevità la sua caratteristica forse più importante. Lasciato maturare per un anno e mezzo in grandi botti di rovere, si affina in bottiglia per almeno 12 mesi prima della commercializzazione.
Clicca qui per la scheda dello: Sfursat Aldo Rainoldi
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Buoni
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