Si definisce con il termine panko un particolare tipo di pangrattato preparato utilizzando pane bianco, tipico della cucina giapponese. Viene largamente utilizzato nella preparazione di fritti, grazie alla sua particolare leggerezza e croccantezza, data dal fatto che non frigge, al contrario del pangrattato tradizionale, ma ingloba aria, gonfiandosi, facendo scivolare via i grassi in frittura ed evitando che verdura, carne, pesce si impregnino di olio.
Eccoci quindi davanti ad un ingrediente che, sempre più spesso, troviamo nelle ricette di cucina. il panko è ormai un must per chi desidera aggiungere alle proprie creazioni culinarie un tocco di gusto e originalità in più, ma anche per chi ama portare in cucina una ventata di tradizione orientale. I giapponesi lo utilizzano principalmente per la preparazione dei cibi fritti, i quali così risultano apprezzabilmente light; al contrario del pangrattato nostrano, infatti, il panko non frigge e, gonfiandos, fa scivolar via i grassi. Ciò significa che la verdura, la carne e il pesce non si impregnano di olio. In compenso, poiché questa particolare panatura si presenta sotto forme di scaglie piuttosto grosse e non di polvere sottile, l’aderenza ai vari alimenti risulta più solida e così ne guadagna anche il sapore: provate a friggere i gamberi o la cotoletta di maiale (il tonkatsu) nel panko, proprio come fanno i giapponesi, e non tornerete più indietro e, se poi desiderate alzare il tiro, sperimentate l’abbinamento con la scampi e gamberi in tempura, con le cozze gratinate, sulle verdure gratinate al forno.
Andiamo alla ricetta: procuratevi del pane bianco da tramezzino, ponetelo nel frullatore e frullate a velocità intermittente in modo da avere un risultato granuloso e areato. Ponete il panko così ottenuto su una teglia rivestita di carta da forno e fatelo essiccare in forno ventilato a 60 gradi per circa quindici minuti: si eliminerà tutta l’umidità tipica del pan tramezzino e si otterrà un risultato asciutto. Riponetelo in un barattolo ermetico e…buona cucina!